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  • Digital skills

    Digital skills

    Digital skills: competenze digitali a servizio delle aziende

    Di digital skills si parla tanto. Oggi sono una delle competenze più richieste sul mercato del lavoro ma in pochi sanno davvero destreggiarsi in questa materia.

    Oggi un’azienda non può lavorare senza pensare a concetti come analisi dei dati, intelligenza artificiale, blockchain.

    Fortunatamente, anche i dipendenti delle aziende italiane iniziano a vedere la digitalizzazione come opportunità e non più come una minaccia al loro lavoro. Eppure, non c’è sufficiente preparazione in merito a questo nuovo modo di intendere il lavoro e l’azienda.

    Digital skills e come non restare esclusi dal mondo del lavoro

    L’AIDP, Associazione Italiana per la Direzione del Personale, si sta occupando delle digital skills e di come prevenire agli effetti collaterali della digitalizzazione.

    Si stima, infatti, che proprio per i dipendenti meno scolarizzati, la digitalizzazione sarà un forte boomerang: infatti, tutti coloro che hanno scarse qualifiche professionali e livelli di istruzione non altissimi, saranno penalizzati a favore di chi padroneggia le digital skills.

    La digitalizzazione, infatti, non è solo un processo tecnologico, ma soprattutto rappresenta un aspetto strategico importante.

    Cresce, dunque, il bisogno di formazione e digitalizzazione dei dipendenti delle aziende.

    Numerosi sono i programmi avviati anche dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico a favore della formazione sulla digitalizzazione per far acquisire le digital skills ai lavoratori.

    Per il 2019 si guarda all’Intelligenza Artificiale

    Per il 2019 sono tutti proiettati verso l’Intelligenza Artificiale. Questa permetterà alle aziende di ottenere i migliori risultati abbattendo costi e sprechi.

    Dunque, anche la gestione dell’Intelligenza Artificiale farà sempre più parte imprescindibilmente delle digital skills da non farsi mancare per poter lavorare in un’azienda.

    La formazione resta comunque il tema centrale per tutti.

    Anche i dipendenti, secondo numerose indagini statistiche, sono ben favorevoli ad acquisire le digital skills per avere prospettive di lavoro a lungo termine ed essere maggiormente qualificati a svolgerlo.

    L’aggiornamento, ormai, è obbligatorio per restare competitivi ed appetibili agli occhi dell’azienda, per ottenere il massimo dalla propria carriera lavorativa in tutti i settori.

  • Equity Crowdfunding

    Equity Crowdfunding

    Equity Crowfunding: finanziamento per StartUp innovative e PMI

    L’Equity Crowdfunding è un finanziamento collettivo. Più aziende, infatti, attraverso piattaforme online certificate, possono scegliere di finanziare una StartUp Innovativa o una PMI.

    Queste piattaforme hanno la capacità di coinvolgere nei progetti ed emozionare migliaia di persone.

    Cos’è l’Equity Crowfounding?

    L’Equity Crowdfunding si basa su un equo scambio: l’azienda finanzia la StartUp o la PMI ed in cambio riceve delle quote, in percentuale alla spesa, della StartUp o della PMI che ha finanziato.

    L’Italia ha delineato un regolamento per l’Equity Crowfunding per prima nel 2013. All’inizio questo tipo di finanziamento era destinato unicamente alle StartUp innovative e non era neanche ben visto.

    Pian piano sono state apportate numerose modifiche al regolamento ed il sistema di Equity Crowdfunding è diventato sempre più diffuso.

    Una delle modifiche più significative è stata di introdurre inizialmente anche le PMI innovative come beneficiarie. Infine, poi è stata estesa la possibilità di essere finanziati tramite Crowdfunding a tutte le PMI.

    Altri metodi di Crowdfunding

    Esistono anche altri metodi diffusi di Crowdfundig:

    • Donation Crowdfunding
    • Reward Crowfunding
    • Lending Crowfunding

    A differenza dell’Equity Crowfunding, questi altri metodi di finanziamento sono rivolti ad altre tipologie di attività e con altre metodologie.

    Donation Crowfunding

    Il modello di Donation Crowfunding è utilizzato da enti ed organizzazioni no profit affinché la “folla” sostenga il loro progetto. In questo caso il donatore non riceve nulla in cambio.

    Reward Crowfunding

    Il modello di Reward Crowfunding è quello più usato in Italia e nel mondo perché permette più facilmente di remunerare il supporter con ricompense emozionali o materiali di valore inferiore alla donazione. Questo modello ha portato alla pratica del pre-selling.

    Lending Crowfunding

    Il modello di Lending Crowdfunding è il modello di prestito tra privati (o peer to peer). Consente a privati risparmiatori di prestare risorse monetarie a tassi agevolati.

  • Partnership

    Partnership

    Partnership: collaborazione tra più partner

    Le imprese come possono innovare? Sicuramente risulta interessante fare una partnership con altre aziende. 

    Cosa vuol dire che per innovare c’è bisogno di coinvolgere altri partner alla propria catena di valore?

    Significa che un’azienda che ha intenzione di innovare deve ridefinire i rapporti con i fornitori, con i clienti e con tutti i suoi partner in generale.

    Innovare: cosa significa per un azienda

    Le aziende sono sempre più propensa ad innovare ed innovarsi. Questo deriva dalla velocità del mercato. Ma c’è bisogno che prima di partire con l’innovazione, un’azienda sia conscia del suo stato economico e si guardi anche intorno, oltre i suoi confini.

    Non c’è una risposta valida per tutti su come innovare e farlo in modo sostenibile nel tempo.

    Una forma di innovazione: la collaborazione

    La collaborazione ha un forte impatto poiché costringe l’azienda ad un coinvolgimento totale.

    Per innovare con la collaborazione, l’azienda deve innanzitutto sistemare il suo interno, compiendo alcuni passaggi:

    • Definire i valori
    • Strutturare gli obiettivi
    • Scegliere i ruoli necessari
    • Individuare i mezzi necessari

    Una volta definiti questi punti, l’azienda potrà pensare di rivolgersi all’esterno per decidere cosa realizzare, in quali modalità e con chi.

    Sempre più aziende stanno utilizzando la modalità di collaborazione per riposizionarsi sul mercato, strutturandosi nel modo opportuno per farlo fronte  al cambiamento.

    Perché innovare attraverso la collaborazione?

    Innovare attraverso la collaborazione vuol dire instaurare rapporti di fiducia e più duraturi, interscambiarsi conoscenze, esperienze, mettere a fuoco i giusti investimenti da compiere. L’innovazione è un processo che prevede tanti fattori diversi.

    Esistono diversi tipi di collaborazione per apportare innovazione in un’azienda.

    Si  può scegliere di attuare un rapporto diretto con gli altri attori della propria catena di valore, di posizionare come azienda pivot un proprio ecosistema o partecipare a sistemi più  ampi, che siano essi pubblici, privati, verticali o intersettoriali.

    Può succedere che in una sola azienda coesistono più sistemi di collaborazione: la coesistenza di più sistemi di collaborazione è la condizione normale per le aziende con maggiore esperienza.

    Dunque, per portare innovazione è indispensabile la collaborazione tra più partner.

  • Digitalizzazione

    Digitalizzazione

    Digitalizzazione aziendale: la guida

    La digitalizzazione è uno dei temi più trattati negli ultimi anni. Oggi, però, non è ancora molto chiaro agli imprenditori come avviare un percorso di digitalizzazione.

    Non è facile, infatti, soprattutto per un’azienda, comprendere quali sono le cose da attuare per apportare digitalizzazione aziendale.

    Ci sono un’ampia varietà di tecnologie digitali da poter attuare nella propria azienda, affinché si compia un processo di digitalizzazione che porta numerosi benefici in differenti aree:

    • miglior funzionamento del business
    • identificazione dei mercati
    • relazione con i clienti

    Condizioni necessarie per il processo digitale

    C’è bisogno, per arrivare ad avere un azienda digitalizzata di cinque condizioni.

    • Innanzitutto c’è bisogno di conoscere quali sono i sistemi informativi dell’azienda.
    • Bisogna, poi, conoscere anche quali sono le competenze digitali necessarie per la propria attività.
    • Inoltre, è necessario che si conoscano i processi operativi interni all’azienda.
    • Ulteriore necessità si configura nel bisogno di conoscere i processi di relazione tra azienda e mercato esterno.
    • Infine, c’è bisogno di capacità di analizzare i dati.

    Vantaggi sui sistemi informativi

    Conoscere i sistemi informativi dell’azienda è fondamentale.

    Solo in tal modo, infatti, si può avviare un processo di digitalizzazione aziendale.

    I sistemi informativi delle aziende sono molti e tutti raccolgono ed elaborano dati rispetto a:

    • acquisto delle materie prime
    • stoccaggio
    • movimenti del magazzino
    • vendite
    • delivery
    • clienti

    I sistemi informativi, insomma, raccolgono, producono e distribuiscono informazioni.

    Tutto è più efficiente grazie alla digitalizzazione: infatti, nuovi strumenti possono migliorare il flusso delle informazioni che saranno disponibili nel momento giusto, sui sistemi giusti e alle persone che ne hanno bisogno.

    Competenze digitali

    Tra le competenze digitali richieste non c’è essere un programmatore o saper programmare. Per i dipendenti delle aziende è richiesta la conoscenza, o un aggiornamento formativo, in merito all’uso, con dimestichezza e spirito critico, delle tecnologie legate all’informazione.

    Come sapere il proprio livello di competenze digitali? Ecco un elenco di cose che non si può prescindere dal conoscere in un’azienda digitale:

    • internet usato come canale di distribuzione
    • dati per conoscere il cliente
    • internet come strumento per abbattere i costi
    • internet come strumento di vendita
    • dati per movimentare le merci

    Processi operativi aziendali

    Essere Piccole Imprese non comporta avere pochi problemi di gestione dell’azienda. Tutto al contrario: proprio per le PMI è più difficile gestire l’azienda.

    Anche le PMI devono scontrarsi con esigenze gestionali ed approccio simili alle grandi aziende, quali:

    • Customer experience
    • Analisi dei mercati nuovi
    • Analisi dei bisogni
    • Competitor e pressione competitiva

    La digitalizzazione dei processi operativi permette di avere maggiore efficienza e dati più utili per il proprio business.

    Il mercato

    CRM e Social CRM sono più che mai importanti oggi.

    Infatti, la relazione tra l’azienda ed i clienti è sempre più fluida ma anche più instabile.

    Bisogna, dunque, che le aziende possano gestire in tempo reale la relazione con i loro consumatori. Solo in tal modo sarà possibile garantire ai propri clienti l’attenzione che oggi si aspettano.

    I vantaggi

    I vantaggi della digitalizzazione sono importanti e hanno effetti anche a medio-lungo termine. Per tale motivo in tanti costituiscono PMI innovative oppure startup innovative.

    Sicuramente uno dei vantaggi più immediati è l’efficienza dei costi, che abbatte la maggioranza delle spese superflue per un’azienda.

    Il ROI ne trae diversi benefici per l’aumento:

    • della quota di mercato
    • dell’engagement sui clienti
    • dello store traffic
    • del profitto per il cliente
  • Benefici dello Smart Working

    Benefici dello Smart Working: per le aziende e per i dipendenti

    Numerosi sono i benefici dello Smart Working per le aziende, per i dipendenti e per l’ambiente.

    Benefici dello Smart Working: quali sono?

    Lo Smart Working, modello di lavoro intelligente, prevede la possibilità per i dipendenti di aziende, organizzazioni e della Pubblica Amministrazione di avviare un nuovo modo di lavorare.

    Non sono previsti tempi, luoghi e strumenti definiti per il lavoro, bensì viene lasciata la responsabilità ai dipendenti di scegliere la giusta formula organizzativa.

    In tal modo, si viene incontro ai bisogni di conciliazione della vita lavorativa e quella privata, affinché i dipendenti siano più sereni e, di conseguenza, anche più produttivi.

    I benefici per le aziende

    Numerosi e rilevanti sono i benefici dello Smart Working. Sono anche misurabili in termini di:

    • miglioramento della produttività dei dipendenti
    • riduzione dell’assenteismo
    • riduzione dei costi per gli spazi fisici di lavoro

    Uno dei benefici dello Smart Working più rilevanti è l’incremento della produttività dei dipendenti.

    Infatti, un dipendente più soddisfatto e che lavora in un ambiente per lui più favorevole, migliora le prestazioni lavorative fino al 15%.

    Enormi sono, dunque, le potenzialità economico-sociali dello Smart Working.

    Benefici per i lavoratori

    I benefici dello Smart Working hanno effetto anche sui dipendenti.

    Infatti, con lo Smart Working possono:

    • ridurre i tempi e costi di trasferimento
    • migliorare la vita lavorativa
    • aumentare il grado di motivazione
    • aumentare la soddisfazione sul lavoro

    È previsto, infatti, che un lavoratore, mediamente, potrebbe risparmiare intorno ai 60 minuti al giorno, lavorando da remoto.

    Se si considera un solo giorno a settimana di Smart Working un dipendente può risparmiare 40 ore l’anno!

    Questo porta ad un aumento della soddisfazione anche personale del dipendente che potrà dedicarsi maggiormente alla famiglia o alle sue passioni. Il tempo dedicato al lavoro, dunque, sarà qualitativamente più alto.

    Benefici per l’ambiente

    I benefici dello Smart Working sono sostanziali anche per l’ambiente.

    Prevedere il lavoro da remoto, comporta minori spostamenti di pendolari e lavoratori distanti dal posto di lavoro. Ciò comporta una netta diminuzione delle emissioni di CO2, meno traffico nelle città e utilizzo migliore del trasporto pubblico.

    Si stima che, in media, i lavoratori percorrano circa 40 chilometri al giorno per arrivare al lavoro. Considerando anche un solo giorno di Smart Working a settimana, si ottiene un risparmio di emissioni di CO2 di 135kg all’anno. A persona!

    Smart Working

    I benefici dello Smart Working sono dunque importanti per tutti: aziende, lavoratori e anche per l’intero ecosistema.

    Procrastinare ancora l’attuazione di un piano per lo Smart Working è dunque impensabile: è necessario che da subito si incentivi questo fenomeno.

  • Smart Working

    Smart Working

    Smart Working: tutto quello che c’è da sapere

    Non è facile né tantomeno immediato capire cosa sia lo smartworking.

    Eppure è un fenomeno di cui si sta sentendo parlare sempre più spesso anche in Italia.
    Sempre più aziende si stanno lasciando coinvolgere da questo modello lavorativo e perfino la Pubblica Amministrazione inizia ad apprezzarne i benefici.

    Cos’è lo Smart Working

    L’Osservatorio del Politecnico di Milano definisce lo Smart Working “nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità ed autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

    Insomma, lo Smart Working è il modello di organizzazione del lavoro intelligente: non ci sono vincoli orari né logistici e si affida al lavoratore la responsabilità totale per l’organizzazione del miglior modo per ottenere il miglior risultato possibile.

    Si abbatte, dunque, l’idea della postazione di lavoro fissa, di ufficio per far spazio a maggiore flessibilità e virtualità nel mondo delle imprese.

    Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali identifica lo Smart Working come “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro”.

    Questa modalità nuova ed intelligente di lavorare ha molti benefici tangibili: migliora, infatti, la qualità della vita del dipendente che potrà gestire i tempi privati come preferisce e, in tal modo, rende anche il dipendente più produttivo nelle sue ore lavorative.

    Lo Smart Working, però, non è solo una politica di welfare aziendale per le persone. Si intreccia in un più ampio percorso di cambiamento che sta coinvolgendo le aziende: la digitalizzazione.

    Come funziona un progetto di lavoro intelligente

    Un progetto di Smart Working è un processo complesso che vede come attori più parti e vanno tenuti in considerazione diversi fattori, quali:

    • gli obiettivi
    • le priorità e peculiarità tecnologiche dell’azienda o organizzazione
    • le peculiarità e priorità culturali dell’azienda o organizzazione
    • le priorità e peculiarità manageriali dell’azienda o organizzazione

    È un nuovo modo di lavorare che consente di bilanciare la vita personale e la produttività lavorativa. Si giunge a un tale compromesso grazie all’uso sapiente della digitalizzazione.

    Prima di iniziare a progettare lo Smart Working è necessario tener ben presente che bisogna rivedere il modello di leadership e l’organizzazione, bisogna rafforzare l’idea di collaborazione e favorire spazi condivisi.

    Una delle leve è legata alle regole e linee guida relative alla flessibilità di

    • orario: sia per gli orari di inizio e fine, sia rispetto alla durata complessiva della giornata lavorativa
    • luogo di lavoro
    • scelta degli strumenti di lavoro
    • personalizzazione degli strumenti di lavoro

    Le tecnologie digitali possono:

    • rendere gli spazi di lavoro più ampi e possono diventare addirittura virtuali
    • supportare nuovi modi di lavorare
    • rendere più facile la comunicazione
    • migliorare la creazione di relazioni professionali (sia tra colleghi che con persone esterne)

    Anche la progettazione degli ambienti di lavoro ha molta importanza ed incide su efficienza, efficacia e benessere delle persone sul posto di lavoro.

    Va pensato e creato affinché i dipendenti possano sentirsi soddisfatti.

    Lo Smart Working, infatti, si può applicare anche all’interno stesso dell’ufficio.

    Come la legge italiana regola il nuovo modo di lavorare

    Le Istituzioni italiane sono ormai consapevoli del peso che assume la possibilità del lavoro flessibile per i dipendenti.

    Nel Giugno 2017 è entrata in vigore la Legge 81/2017: il Jobs Act sul lavoro autonomo non imprenditoriale contiene misure che tutelano e favoriscono l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.

    Dunque, lo Smart Working dal Giugno del 2017 in Italia è normato.

    Inoltre, c’è anche un Disegno di Legge (AC. N. 2233B) che disciplina lo Smart Working.

    Con la Legge di Bilancio 2019 n.145 è stato modificato l’articolo 18 del Jobs Act. È stato inserito un comma che prevede che un datore di lavoro che stipula accordi per lo Smart Working deve dare priorità alle richieste di lavoratrici nei tre anni successivi alla fine del periodo di maternità e alle lavoratori con figli con disabilità.

    Il lavoro intelligente conviene alle imprese ed ai dipendenti

    Quali sono i benefici dello smart working per le imprese e i dipendenti?

    Benefici per le imprese

    Lo Smart Working, come si è approfonditamente detto, prevede un mutamento radicale sia per l’organizzazione sia per la cultura delle aziende.

    Dare flessibilità ed autonomia alle persone sia per la scelta degli spazi, sia per gli orari di lavoro, sia per gli strumenti da usare per svolgere il proprio lavoro significa creare organizzazioni flessibili, che riescono a delegare e responsabilizzare le persone nell’ottica dei risultati. Così facendo, si favorisce la crescita dei talenti e la diffusione dell’innovazione.

    Le persone oggi sono molto più disponibili al cambiamento. Grazie alla diffusione di smartphone tutti siamo molto più avvezzi alla comunicazione ed al lavoro anche in mobilità.

    Questa sempre crescente disponibilità al cambiamento ed all’innovazione ha innescato meccanismi di apprendimento spontaneo nelle persone. Oggi entrano in azienda già propensi all’innovazione e molto più preparati e disponibili.

    Adottare un modello avanzato di Smart Working vuol dire migliorare la produttività del 15% per ogni lavoratore!

    Benefici per i lavoratori

    I lavoratori vengono coinvolti da numerosi benefici: anche un solo giorno di Smart Working a settimana può far risparmiare svariate ore durante l’anno odi spostamenti.

    Perfino l’ambiente trae beneficio: si prevedono, infatti, solo grazie allo Smart Working, riduzioni significative delle emissioni CO2.

    Tecnologie per lo Smart Working

    Lo Smart Working è possibile solo grazie alle tecnologie digitali.

    Infatti, solo queste ultime possono garantire una scelta sul modo e sul tempo di lavoro, sia all’interno che all’esterno dell’azienda.

    Le tecnologie che favoriscono il lavoro da remoto sono già molteplici.

    Secondo L’Osservatorio del Politecnico di Milano le soluzioni tecnologiche che vengono applicate più spesso sono quelle che riguardano:

    • sicurezza
    • accessibilità dei dati da remoto da diversi device
    • iniziative di SmartMobility
    • servizi di Social Collaboration

    Gli italiani comunicano tramite una pluralità di dispositivi, che siano essi aziendali o privati.

    Fino a poco tempo fa era avverso ad ogni imprenditore che i suoi dipendenti potessero portare i propri dispositivi sul luogo di lavoro.

    Oggi, proprio i dispositivi mobili privati rappresentano il driver principale dello Smart Working.

    Anzi, al contrario, lo Smart Working non può esistere senza l’Enterprise Mobility Management.

    Dunque, aumenta il bisogno di avere politiche di gestione rispetto a tutti i dispositivi fissi e mobili che vengono utilizzati dalle risorse che lavorano o che collaborano con un’azienda o organizzazione.

    Questo perché la continuità di business dipende sia dalla governance dei sistemi e dalla loro sicurezza, sia dalla garanzia che i servizi possano dare massima produttività alle persone che lavorano.

    Generalmente, il modello standard per consentire il lavoro da remoto prevede:

    • PC portatile
    • VPN
    • Servizi di Social Collaboration

    Solo quando è ritenuto strettamente necessario viene introdotto l’uso di smartphone e tablet.

    Gestire la mobilità, dunque, è il primo passo per potersi avvicinare allo Smart Working.